Che Guevara aveva un gallo

in libreria dal 3 novembre 2016

Nostra Signora degli scorpioni

con Laura Pariani, Palermo, Sellerio Editore, novembre 2016, pp. 262

 

In forma di avventura sotto la minaccia di un occulto occhio scrutatore, di libro di viaggio e di romanzo che affonda nella realtà politico sociale, Che Guevara aveva un gallo è un’intensa indagine morale nella storia di un paese appartato e ignoto che offre l’immagine frantumata dei nostri tempi.

 

 

 

 

IL BOOKTRAILER

 

RISVOLTO DI COPERTINA

Sul Paraguay, Emilio Salgari scrisse un’avventura (nel 1894) «tra selve, indios spietati e complotti politici». Per aver letto quel Tesoro del presidente del Paraguay, ma anche perché lì vive il figlio Adriano impegnato in scavi archeologici nelle antiche reducciones dei Gesuiti, Beppe e Mirella, per il loro anniversario, decidono un viaggio insolito, in quello che appare loro «il paese in cui c’è posto per tutti i sogni»: l’immenso territorio una volta vergine di selve umide dalla leggendaria impenetrabilità e meta inesauribile di «irregolari, pionieri, sognatori di mondi alternativi».
Succede però che giunti ad Asunción, all’ultimo domicilio il figlio è dato per sconosciuto. Beppe e Mirella partono così alla sua ricerca, dirigendosi dapprima verso le antiche colonizzazioni inghiottite dalla selva. Ma non sono soli: li accompagna, li protegge, li conduce Invención, una bella e abilissima guardia del corpo che conosce tutti i luoghi e le persone giuste. Sotto la sua guida, l’avventura diventa, per i due coniugi non più giovani,
una progressiva identificazione nell’anima di un paese sterminato, dalla natura implacabile e dalla storia crudele. Invención li introduce nei misteri mitici delle selve e della gente degli sparsi isolati insediamenti. Poi in un viaggio alla fine delle utopie, nei malinconici «posti morti» dove «le meraviglie dei sogni e le miserie della realtà» hanno urtato tra loro: le libere repubbliche di «selvaggi» fondate dai Gesuti; i Guaraní e la loro ricerca della Terra senza Male; la Nuova Russia dei protestanti Mennoniti; la Trinacria degli emigranti siciliani; la Nuova Adelaide degli australiani; la città della purezza genetica degli ariani; e tutti gli Eden falliti dei cercatori di Eldoradi. Per finire nell’oggi della «terra stanca dello sfruttamento, stanca dei cadaveri di mille guerre» combattute dalle multinazionali e dai latifondisti contro la ribellione campesina.
In forma di avventura sotto la minaccia di un occulto occhio scrutatore, di libro di viaggio e di romanzo che affonda nella realtà politico sociale, Che Guevara aveva un gallo è un’intensa indagine morale nella storia di un paese appartato e ignoto che offre l'immagine frantumata dei nostri tempi.


DAL PRIMO CAPITOLO

 

Primo giorno

Ma se esso non apparisce,
è segno che gli è accaduta
qualche disgrazia…

EMILIO SALGARI, Il tesoro del presidente del Paraguay


Asunción


«Salve. Qui il Residencial Relámpago di Asunción. Cosa desidera?».
«Vorrei parlare col señor Adriano Isnaghi, camera 23, per favore».
«No tenemos clientes con questo nome».
«Ci deve essere uno sbaglio. Ho chiamato l’ultima volta tre giorni fa. Può controllare, per favore? Sono sua madre, sono appena arrivata all’aeroporto».
«Lo lamento. Non abbiamo clienti con questo nome. Usted è in errore».
«Impossibile: sono tre settimane che chiamo questo numero, stanza 23, so ormai il numero a memoria. Ho mandato anche un fax. Provi a controllare di nuovo: Isnaghi è il cognome, il nome è Adriano. Sta lì dall’inizio di luglio».
«La habitación 23 è vuota. Non abbiamo mai avuto un cliente con questo nome».
«Non può non ricordarselo: trentasei anni, riccioli scuri, un bel ragazzo che si fa notare».
«Non abbiamo mai avuto clienti con questo nome».

 

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