La setta delle catacombe

La setta delle catacombe

Siena, Barbera Editore, 2008, pp.221

RISVOLTO DI COPERTINA

Un viaggio da incubo nel sottosuolo di Roma, in compagnia del grande pittore Heinrich Füssli, alla scoperta di segreti inconfessabili e oscuri. Roma come non l'avete mai conosciuta e immaginata.

L'edizione spagnola


LA PRIMA PAGINA

Aveva sognato un boudoir canceroso

Roma, gennaio 1772

Aveva sognato un boudoir canceroso, con ante cigolanti rosicchiate dai tarli. Strano incubo davvero: da quando era arrivato in Italia, il giovane Heinrich Füssli non riusciva a abituarsi alla mancanza dei piumini da notte e dormiva male, tanto più che quella settimana una tramontana furiosa aveva avvolto Roma in un freddo insolito. Il grido di Antonino lo riscosse dai suoi pensieri: si lasciava la strada e si doveva prendere a sinistra per un terreno reso melmoso dalla neve della settimana precedente.
   Nuvoloni scuri si stavano addensando sopra la via Nomentana e in alcune case si vedevano già i lumi accesi, nonostante fosse ancora giorno. «Torna a piovere di sicuro» disse Antonino, voltandosi per un attimo verso il suo cliente.
   Il giovane Heinrich lo guardò sorpreso, non certo per quel che diceva, ma perché in quasi un'ora di camminata per i viottoli deserti alle porte della città la guida non gli aveva mai rivolto la parola.
   «Fortuna che vi siete messo gli stivali, signò» precisò Antonino, «perché qui, appena piove, molte gallerie si riempiono d'acqua». E, quasi a conferma delle sue parole, cominciarono a cadere pesanti goccioloni.
   Heinrich si strinse nel mantello, calcandosi il tricorno sulla testa; voleva chiedere a Antonino se mancava ancora molto, ma sul viso della sua guida scorse l'espressione di pietra che ormai ben gli conosceva. «Portatevi stivali comodi, un rotolo di fune e dei ceri» era l'unica frase che la sera prima era riuscito a scucirgli di bocca. (...)