Le montagne di don Patagonia
Le montagne di don Patagonia

Quarta di copertina

Laura Pariani torna in Patagonia sulle tracce dell'esploratore salesiano padre Alberto Maria Detini. E lo racconta quando, ormai anziano, seduto in poltrona, ripensa alla propria giovinezza: la scelta di fare il missionario nel Fin del Mundo, la battaglia in difesa degli indios, la passione per le sfide delle cime andine. "Quando entrava nelle loro case - estancias o ranchitos che fossero - il fatto che portasse una giubba da scalata e non l'abito talare, all'inizio li poteva sorprendere ma poi gli leggevano negli occhi che lui era lì per portare la parola di Dio. E' stato così che è diventato per tutti don Patagonia..."

 

la prima pagina

 

La Bibbia sta aperta sul leggio davanti alla finestra aperta sul tardo pomeriggio. Il vecchio padre De Agostini legge lentamente a voce alta, dal Libro dei Re:

«E l'angelo del Signore toccò Elia che dormiva e gli disse: "Alzati e mangia, perché un cammino lungo ti resta da fare". Egli allora si alzò, mangiò e bevve, e in virtù di quel cibo camminò quaranta giorni e quaranta notti, fino al monte Horeb, trono del Signore. Là giunto, entrò in una grotta per passare la notte. Ma di nuovo l'angelo raggiunse Elia, lo toccò sulla spalla e lo risvegliò: "Esci fuori, e mettiti in ascolto". Ciò fatto, ecco alzarsi un forte vento che urlava nelle gole e spezzava le pietre, ma il Signore non era nella tempesta. Poi venne un terremoto che scosse il pendio, facendo da ogni parte rotolare massi, ma il Signore non era nel terremoto. Poco dopo ecco il fuoco dei fulmini a squarciare la notte, ma il Signore non era nel fuoco. Infine sopraggiunse il soffio di un vento leggero come un sospiro. Quando Elia lo udì, comprese che era la voce di Dio e si coprì il viso con un mantello, prosternandosi...»

Il vecchio alza lo sguardo verso la finestra aperta, a contemplare le montagne. La pioggia che per tutto il pomeriggi è caduta con insistenza è finalmente cessata. Ora in giardino i rami degli alberi sgocciolano lentamente. Nel cielo si è aperto uno squarcio di azzurro pallido, dove la stella della sera si sta accendendo.

Sorride tra sé, ripensando alle parole della Bibbia - la voce dell'Onnipotente come il soffio di un vento leggero... - e al filo d'aria che adesso si è levato. Questo sussurrare di foglie e di erbe, che è la lingua di Dio che l'uomo non sa più intendere: Lui si accosta a noi con un passo così felpato che non lo avvertiamo.


Recensioni


Le montagne di don Patagonia, Novara, marzo 2012, Interlinea, Biblioteca di narrativa 23, pp. 69; con le immagini storiche di Alberto Maria De Agostini.