recensioni di Tango per una rosa

La Regione Ticino, 24 novembre 2005-12-05

L'amore con le ali

di Damiano Realini

Abituato ai cieli, Antoine de Saint-Exupéry soffriva nel suo buio appartamento ala sesto piano della Galería Güemes di Buenos Aires. Abituato ai voli notturni, i soggiorni dietro i veli opachi di una casa lo dovevano intristire. Sarà la donna, e non le donne, ma la donna della sua vita, Consuelo Suncin, forte e minuta, a dargli l’ossigeno dei venti. Consuelo, una rosa…

Laura Pariani nel suo ultimo lungo racconto mette in relazione il cielo, l’amore, l’avventura, attraverso il ricordo e gli occhi morenti, gli occhi morti, gli occhi che moriranno, dello scrittore-aviatore.

Saint-Exupéry si trova su una corriera, tutta bianca, che lo porta dopo l’ultimo fatale incidente d’aviazione nel luogo da cui non si torna indietro. Gli rimane però il tempo, dilatato e irreale, della suggestione, delle rimembranze; il tempo delle ultime parole scritte in lettere che non giungeranno mai a destinazione. E’ il tempo della separazione definitiva, quello della morte. Una morte che concede ultimi lunghi abbracci che però tornano al petto di chi li dà[…].


Stilos, 5 dicembre 2005

La rosa e il principe volante

di Benedetta Centovalli

"Rosa rosae rosae rosam rosa rosa, poterti fottere copulare con rabbia, verbo essere copula, le parole sporche di cui ridevamo in segreto al collegio", ma mi ami Consuelo?… Novanta pagine veloci e dense, rapinose e dolciastre come un tango, compongono il racconto lungo di Laura Pariani, Tango per una rosa, "ché la musica del tango è un’altra forma del silenzio", "non è mai consolazione. Inquietudine, piuttosto". La storia d’amore tra l’avventuroso pieniere dell’aviazione Saint-Exupéry, innamorato del volo e dello scrivere, e Consuelo Suncin, di origine salvadoregna, viene rivissuta per lampi di immagini e situazioni.

La vedova di Gómez Carrillo, bella giovane, seni alti, occhi allusivi, profumo di cannella, incontra Tonio, appena arrivato da un volo di due giorni e due notti per la Compañía Aeropostal Argentina. Già dal primo istante si è sciolto il ghiaccio di Antoine: "Scriverò un capolavoro per la rosa che sei, sarà solo per te, mia Consuelo, mia consolazione, corazón, rosa, amour, douleur". Scorrono le immagini dell’odiata Buenos Aires e dell’appartamentino al sesto piano sopra la Galería Güemes, dove Antoine vive come un rifugiato prima di conoscere Consuelo. Nella "topaia", così chiamava la galleria, statue di bronzo scortano gli ascensori. L’appartamento 605 si affacciava sulla cupola centrale, "una notte artificiale di vetri sporchi che ignorava la semplicità del cielo e del sole", tutto a rendere più pungente la nostalgia del suo vecchio mondo, e Consuelo a cucire la distanza, a medicare l’altrove di una città lontana sul río giallo. Certo c’erano stati gli animali a tenergli compagnia. Quelli li aveva sempre amati: tartarughe, una iena puzzolente, Kiki la scimmietta, la cagna Mirra, il gatto Paf, una gazzella, il fennec. "Sto allevando un fennec – scrive dall’Africa alla sorella e acclude un ritrattino dell’animaletto – ovvero una volpe solitaria. E’ più piccolo di un gatto e con enormi orecchie. E’ adorabile". Lo zoo di Tonio sopravvive anche in Argentina, con il cucciolo di foca raccolto ferito in una baia della Patagonia e tenuto per mesi nella vasca da bagno di casa, alimentato con pesce fresco che faceva lamentare il portiere per l’odore pungente che le ceste lasciavano negli eleganti ascensori.

L’azzardo e la scommessa di questo testo non risiedono però nella vicenda tragica e fiabesca di Saint-Ex, nella sua storia d’amore e nella sua morte prematura, ma nella modalità di questo raccontare sul filo della memoria nel momento in cui si disfa, o meglio nell’attimo in cui sta per inabissarsi nel nulla e insieme si consegna al miracolo del tempo che passa. E’ un racconto sulla magia e sul mistero della scrittura, del suo esistere sulla soglia, del suo coincidere con la soglia: "Quando si scrive, si pone il dolore fuori di sé. Lo si toglie dal sangue e lo simette sulla soglia". Qui Laura Pariani ha forzato la storia proprio per mettere in scena il limite, la sofferenza del limite attraverso la sofferenza della memoria ("il peggio non è la morte reale – il nulla e il mai -, peggio è sentire i ricordi sfarinarsi"), la sofferenza della parola che ritorna sull’onda di un tango triste e sentimentale. Saint-Ex si risveglia dolente, forse ubriaco, su una corriera il 31 luglio 1944 intorno alle dodici e vent…, nessun ricordo di cosa sia successo nelle ore precedenti, il paesaggio intorno non somiglia a nessun posto, la destinazione ignota, il tempo immobile. Eppure l’importante per lui è scrivere una lettera a Consuelo, una benedetta lettera che come il nuovo capitolo di un libro sta tra l’orazione religiosa e una mansueta follia, che è come un tango disperato d’amore per una rosa. Per cominciare occorre fare il vuoto in testa come per scrivere occorre fare posto alla scrittura nella vita. Consuelo aveva toccato il nodo di Saint-Ex: "se davvero vuole diventare uno scrittore importante, qualcosa nella sua vita dovrà necessariamente cambiare". E cambiò. Tango per una rosa, in un alternarsi di terza e prima persona, è il resoconto di questo singolare e allucinante viaggio in corriera ed è anche l’esecuzione piena di grazia della partitura di quattro musicalissime lettere d’amore di Antoine a Consuelo.

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Il Giornale, 16 dicembre 2005

Saint-Exupéry: lettere d'addio a Consuelo

di Tommy Cappellini

Ma tu sai chi ami, quando ami? Quando odori una rosa e ti prendi l'impegno di curarla per sempre, conosci la tirannia di questo amore?

Nel 1930, di stanza a Buenos Aires come direttore di una nuova linea dell'Aeropostale-Argentina, Antoine de Saint-Exupéry la sapeva ormai lunga sulle rose tiranne. A Parigi, all'inizio degli anni Venti, si era scottato per la prima volta in modo grave con Louise de Vilmorin. Era, questa, il tipo di donna che lascia terreno bruciato nell'anima dei suoi amanti: «Non ho fiducia nella mia fedeltà»,«ti amerò per sempre, stasera», «il mio amore è a singhiozzo» e altre battute serissime che dovettero far disperare il cuore del giovane - e innamoratissimo - futuro autore di Volo di notte. Molti identificano in lei la capricciosa rosa cui si sottomette il Piccolo Principe: certo senza la storia infelice con Louise, non avremmo le intense pagine sull'amore di Cittadella, scritte venti anni dopo e ancora animate dal dolore della perdita.

Ma... C'è un ma. Le donne importanti nella vita di uno scrittore, madre esclusa, sono spesso due: la prima distrugge l'iniziale idea di amore romantico, la seconda la ricostruisce poi giorno dopo giorno, fin dove è capace di farlo. Non è detto che entrambe non usino gli stessi mezzi, solo, in modo diverso.

Consuelo Soncin non era l'opposto di Louise, e incontrandola a Buenos Aires, quell'autunno, Antoine dovette riconoscere in lei dei tratti in comune con l'ex amante, come la predilezione per gli artisti, la pittura, la scultura; e lo stile di vita molto bohémien. I loro rapporti iniziali, come parte della vita di lei, si perdono in racconti mitomani che si contraddicono l'un l'altro: Consuelo abbellì con la menzogna - per decenni - il suo legame con Saint-Exupéry. Proprio per questa ragione, non sbaglia Laura Pariani nel suo ultimo romanzo, Tango per una rosa (Casagrande, pagg. 96, euro 12,80) a concedersi licenze poetiche e visioni d'artista capaci di raccontare la storia d'amore tra i due con maggior verità di una biografia.

Il libro inizia con un dolorante Tonio a bordo di una corriera-ambulanza piena di soldati francesi immersi in un sonno nervoso: «Sembra un'Unità medica» pensa, «vuol dire che sono ferito... ». Sobbalzi, voglia di bere, un'infermiera che porta il whisky, un chiosco lungo la strada: la mente dell'aviatore registra le immagini di un viaggio sempre più surreale, e intanto rammemora. Vecchi incidenti aerei, prematuri incontri con la morte, voli notturni, gli amici, Parigi, l'infanzia e il rapporto con la madre... Addirittura, pare sull'autobus vi sia una piccola orchestra: le inquiete parole di un tango scandiscono i chilometri e i ricordi. Le mani di Tonio trovano nelle tasche del giubbotto un quadernetto e una stilografica. Bisogna scrivere. Ma a chi? A chi scrivi, quando intuisci che stai facendo il tuo ultimo viaggio?

Una lettera, poi due, poi tre... «Mia Consuelo, mia consolazione, corazón, amour, douleur... » e finalmente sai chi ami, quando ami: anche se hai sprecato molto tempo prima di capirlo, e non hai ottenuto quanto sognavi di fare, e ora è troppo tardi - l'autista si volta verso Antoine: «Prossima fermata, Acheronte Cercate la monetina per il pedaggio». Così, alla fine, dopo avere consegnato il senso stesso della sua vita alle lettere indirizzate a Consuelo, Antoine può lasciarsi andare: «Il volo, l'esperienza che più ho amato e di cui muoio; non si muore di un incidente, ma di se stessi. Sorrise, sentendo che la paura finalmente lo abbandonava».

È l'omaggio della fantasia di Laura Pariani allo scrittore francese: la possibilità di una salvezza al di là della letteratura, tramite l'amore. Tango per una rosa trasmette al lettore la stessa sensazione di estraneità al fluire dei secoli geologici - «Sentir, que es un soplo la vida, que veinte años non es nada» è uno dei tanghi del libro - ma ricorda anche, nelle parole di un altro scrittore argentino, che «ovunque ci troviamo, siamo a un incrocio e abbiamo stelle anche sotto i piedi».

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L'Avvenire, 18 gennaio 2006

E Laura Pariani racconta il tango di Saint-Exupéry

di Fulvio Panzeri

Il mistero e il fascino degli ultimi giorni di Saint-Exupéry, l’autore del Piccolo Principe, torna a affascinare uno scrittore italiano. Dopo Daniele Del Giudice che alla scomparsa del suo aereo aveva dedicato un intenso racconto, ecco che Laura Pariani ci propone un’altra "variazione" sui temi della sua morte, puntando l’attenzione però non suo mistero stesso della sua scomparsa, ormai avvolta nella leggenda, ma sul suo rapporto con Consuelo, una guatemalteca che Saint-Exupéry conosce a Buenos Aires e che diverrà sua moglie. Così il racconto diventa una riflessione complessa sul tema dell’amore per il volo, ma anche amore per una donna che ha le sembianze di una rosa. Dice Laura Pariani a proposito di questo libro: "Nel mio romanzo immagino che in punto di morte Saint-Exupéry tenti di capire come le cose, forse, sarebbero potute andare diversamente. In fondo si parla di un’occasione mancata…" La scrittrice immagina che Sint-Exupery si risvegli a bordo di una corriera surreale, circondato dal dolore degli altri soldati. Dai paesaggi che emergono nel viaggio di questa corriera stravagante inizia una serie di ricordi, di flash che riportano a momenti della sua vita, alle scelte cruciali alla passione per il volo ("Il volo, l’esperienza che più ho amato e di cui muoio, non si muore di un incidente ma di se stessi"), alla scoperta della scrittura e al numero incredibile di pagine che ha lasciato dietro di sé. Ne emerge il ritratto di uno scrittore che può raccontarsi come in un estenuante tango, solo attraverso la figura della donna che ha amato, dalla quale non può prescindere, come non lo può dal volo e dai libri che ha scritto: "Pensò a come la litania dei suoi personali racconti d’invenzione gli si allungasse dietro le spalle, inseparabile da lui, come la sua ombra". La Pariani ci mostra un Saint-Exupéry diverso e anche inedito rispetto a come ce lo presenta la leggenda: lo immerge in quell’atmosfera di ritmi spezzati, di passioni accennate, vissute e anche tradite, di inevitabili malinconie che fanno parte del fascino della musica argentina e della tradizione del tango. Non c’è volontà di indagare ulteriormente il mistero, ma di raccontare il senso all’interno dell’esistenza del protagonista, proprio nel momento in cui giunge "all’incredibile impressione di essere su un confine, il piede destro in un territorio, il sinistro in un altro. Diviso, lacerato…" e Consuelo lontana e vicina, "una creatura quasi irreale e magica, che vuole occupare il minimo spazio possibile al mondo".

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Il Sole 24 Ore, 26 febbraio 2006

Ultima fermata per Saint-Ex

Giovanni Pacchiano

Compare, nel nuovo romanzo di Laura Pariani, Tango per una rosa, come protagonista, il celebre scrittore e aviatore, Antoine de Daint-Exupéry. Universalmente conosciuto per la favola del Piccolo Principe (1943). Scomparso durante una missione di volo: partito dalla Corsica con direzione Grenoble il 31 luglio 1944 e, con ogni probabilità, abbattuto da caccia tedeschi. Quanto alla "rosa" del romanzo, si tratta della moglie di Antoine, Consuelo Suncin Sandoval, una bella e bruna salvadoregna (pittrice e scultrice), che, giovane vedova del giornalista Enrique Gómez Carrillo, e presentata a Saint-Ex (così lei lo chiamava) nientemeno che da Benjamin Crémieux, uno degli scopritori di Svevo in Francia, Antoine sposò nel 1931.

E' appunto sull'ossessione, anche carnale, della donna amata (dalle biografie su Saint-Exupéry appare peraltro un rapporto piuttosto tumultuoso), congiunta al continuo ritorno di un passato lontano - i ricordi d'infanzia, il collegio dei gesuiti, il giardino del castello di La Môle, le sorelle - e a un'altra ossessione precoce, quella della morte, che si gioca il tema dell'ultimo "viaggio" dello scrittore. Storia di luci e ombre, di paesaggi pallidi, di figure da sogno. Saint-Ex è seduto su una corriera; con un incredibile dolore alla testa. Ha un buco nel giubbotto da aviatore, all'altezza del cuore. Ricorda solo il volo di ricognizione mattutimo, una violenta virata, poi più nulla. Ha un visibile bernoccolo sul capo. Né gli è dato sapere dove il veicolo sta andando, carico di passeggeri, soldati feriti di guerra, e una bellissima infermiera in divisa bianca, statuaria, i capelli biondissimi, quasi bianchi. In tasca, Antoine ha una monetina di rame, di cui ignora la provenienza: un obolo, una moneta simbolica? E' spaesato e insieme oppresso da immagini e sensazioni: la notte prima si è ubriacato a una festa danzante al campo di aviazione; forse ha fatto l'amore con la bella ausiliaria Violette, dalle labbra carnose. Ha 44 anni, mentre l'età massima per pilotare un aereo da guerra è di 30, e qualcono gli ha detto che è vecchio... Scrive a Consuelo: la data è "31 luglio 1944, ore dodici e vent...". Data interrotta come la sua vita. Occorrerà non sottovalutare questo piccolo romanzo: l'esplorazione di un animo nel momento, che dura un'eternità, della morte. Puro surrealismo tutt'altro che rétro: tanto più coraggioso in una dolorosa epoca di narrativa-spazzatura.

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Tango per una rosa, Bellinzona, Casagrande, Scrittori, ottobre 2005

Altre edizioni: Tango pour une rose, Paris, Flammarion, 2008