La perfezione degli elastici (e del cinema)
La perfezione degli elastici

Risvolto di copertina

Molto spesso i registi si sono ispirati a testi letterari. senza preoccuparsi di un'assoluta fedeltà ai modelli. Nella prima sezione del libro, TRASPOSIZIONI, si compie un'operazione inversa: dal film al racconto, trasferendo temi e personaggi, pur nello spirito del testo, in un mondo narrativo particolare, quello di un "profondo nord" selvatico e aspro. Così Boris Karloff, ii Mostro, diventa l'umbriün delle favole lombarde; il goffo Quasimodo impersonato da Lon Chaney - "il piü brutto degli animali brutti della terra dell'acqua e dell'aria, Ia personificazione del deforme, degli anni bisestili, degli errori di Dio" - diviene Biâs, lo scemo di un paese di brughiera del secolo scorso. Allo stesso modo, la mancanza di scelte al femminile, narrata nel film cinese Lanterne rosse, si incarna nella lentigginosa Fèmia, dannata dalla propria maternità illegittima; e il bambino protagonista del bergmaniano Fanny e Alexander vive il suo incontro con il mistero della morte sulle lanche del Ticino nel secondo dopoguerra, al ritmo di Papaveri e papere.

Nella seconda sezione, OMBRE, i racconti nascono dal fascino ambiguo di certi personaggi cinematografici. In questo caso la bellezza di Louise Brooks, i toni ribelli di James Dean, il carattere beckettiano dell'ultimo Buster Keaton diventano maschere, dietro le quali Ia mente dello spettatore parte alla ricerca del proprio introvabile io con un personale "viaggio al termine della notte", in un tempo emozionale/simbolico, retrocesso/immobile, come quando si sogna o si abbraccia la persona amata.

NOSTALGIE, la terza sezione, ricrea l'atmosfera dei cinemini anni Cinquanta, il piacere dell'identificazione coi gesti degli attori: gli slanci dell'acrobatico Weissmuller e i rituali dell'ordine del grasso Ollio. Proprio da questa intensa soddisfazione narcisistica della visione cinematografica, perfetta sostituzione del godimento infantile, nasce l'eterna magia del cinema.

In tutto, nove memorabili racconti dove i personaggi, tra finzione dello schermo e finzione della pagina, danno vita a un quotidiano teatro degli eventi, che la Pariani anima impiegando con familiare disinvoltura il dialetto lombardo della valle del Ticino, amorosamente documentato e fantasticamente ricostruito.


La prima pagina

LE BELLE VITTIME

A Boris Karloff

Frankenstein

 

La Bambina guardava l'acqua nel crepuscolo che scendeva. Il Mostro poteva annusare l'odore del suo grembiule di tela a quadretti rosa e bianchi e quello del caprifoglio vicino al quale stava accovacciata, cingendo i ginocchi con le braccia.

Chissà cosa aveva da guardare nell'acqua?

Il Mostro si ricordò di quella volta che, a furia di fissare la corrente, ci aveva visto dentro una grande ombra verde: lo guardava ghignando dal fondo di alghe scure e gli porgeva una corona di fuoco. La sua forma silenziosa e sbarlùscénta ondeggiava nell'acqua.

L'é vüna, l'é dó, l'é tre canèlle

sutta ul pont delle Manganèlle.

Il Mostro fissava la Bambina senza capire cosa riempisse lo sguardo di lei, se fosse lieta o triste. Cantava con una bocca latte-e-miele, come se comunque si aspettasse una risposta. Tenera. Ténara. Sugnùsa.

L'oibèlla 'n riva a l'acqua

gh'é borlà gió l'anèl.

O pescator de l'onda venitelo a pescar,

oh venitelo a pescar...

La voce si spense, quando parve aver detto tutto: gioia, nostalgia, dolore, chi lo sa. Forse un giorno anche il Mostro si sarebbe chinato di nuovo sull'acqua per vedere le propria ossa marcire giù in fondo, là lanscì nell'acqua nera come il vento della notte.

La perfezione degli elastici (e del cinema), Milano, Rizzoli, La Scala, 1997

Per i singoli racconti vedi la Bibliografia

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